mercoledì 30 settembre 2015

Profumo di caffè




Esperienze da metro:
sul trenino che da piazzale Flaminio porta a Saxa Rubra si è seduto di fronte a me un uomo. Sulle prime non ci ho badato molto, leggevo, ero molto presa dal mio libro. Ma immediatamente ho sentito il suo profumo. Un profumo di caffè appena tostato. Il profumo di un caffè buono, non una miscela scadente, profumo di ben fatto, di ricercato.
Una impressione che solo il mio amico Donato mi aveva dato fino ad oggi.
Così ho iniziato ad osservare l’uomo che profumava di caffè. Grandi mani rugose, mani di uno che ha lavorato con quelle mani tutta la vita. La camicia carta da zucchero perfettamente stirata e uno spolverino blu che scendeva composto sulle spalle dritte, le scarpe scure ben lucidate. La barba fatta, capelli corti e ben pettinati.
Ad un certo punto ha messo la mano nella grande tasca dello spolverino e ha preso il Corriere della Sera ben piegato. “Che grazia” ho pensato. Nonostante la mia devozione quasi maniacale per i quotidiani, non riesco a non sgualcirli, il loro destino è segnato a due passi dall'edicola.
Lui con eleganza ha aperto il Corriere, ha schiarito la voce e si è perso nella lettura.

 Così anche io sono ripiombata nella mia. 
Chissà se Donato diventerà così?

Certe volte si resta insieme per sempre





Fotografia di Margherita Maiorino


Esperienze da ‪#‎atac‬
certe volte si resta insieme per sempre, certe volte ci si prende cura l'uno dell'altro per sempre. 
Non è una storia, ma un viaggio che non ci appartiene, è il loro. 
Ci piace pensare che sia un viaggio lunghissimo e premuroso, che abbia attraversato tempo ed eventi e ne sia uscito incolume. 
Ci piace immaginare che si siano incontrati proprio qui a Roma nella Metropolitana, nel dopoguerra, quando tutto era promesso.
Sono stati fidanzati fino a quando lui non ha trovato un impiego solido e le ha chiesto di sposarlo.
Il viaggio di nozze probabilmente lo hanno fatto a Venezia. Sono partiti in due e quando sono tornati attendevano di diventare tre.
Lei per essere una brava mamma avrà lasciato il suo lavoro, o forse no, se lo è tenuto.
Fatto sta che stanno ancora insieme.
Quindi, senza molte parole, lo raccontiamo così.... Con una foto di Margherita Maiorino Photography 


la nostra canzone da viaggio :



domenica 27 settembre 2015

La vera cozza Tarantina



Il sacro mitile: la Cozza tarantina



Esperienze da ‪#‎treno‬: le cozze tarantine mi mancavano!
E no, non sto parlando dei sacri mitili, ma delle donnine educate alla tarantina.
La famosa "cozza" si riconosce:

1. dell'abbigliamento, indossa comunque i tacchi, anche quando non deve, riesce a trovare perfino le infradito con la zeppa. I suoi abiti sono aderenti al punto che c'è una risacca tra la fine della maglia e la cinta del pantalone. 
2. È tutta truccata, come se dovesse andare ad un matrimonio, ma i capelli sporchi. Soprattutto ha lo smalto rosso consumato sia sulle punte che sulle cuticole.
3. Quando parla al telefono regola la voce a seconda della distanza della persona, più è lontana più grida.
4. Mastica la gomma e con la bocca aperta.
5. Chiama tutti "amò".


La signora nel mio vagone che rumina una big bubbles alla fragola dalla stazione di Bari ne è un esempio encomiabile. Ha raggiunto un punteggio di 5 su 5!

Indossa un piumino e si sventola forte con un ventaglio.
A Roma di "cozze" tarantine non ne trovi, trovi le burine, ma non è la stessa cosa. Quelle sono costruite, la vera cozza è verace, pane al pane vino al vino!!! Ah finalmente!!! 

giovedì 24 settembre 2015

Donna triste + vetrine scintallenti = acquisto compulsivo


Sola e abbandonata alla stazione Termini


Esperienze da #atac: io detesto accompagnare in stazione e salutare, preferisco essere accompagnata! Partire vuol dire iniziare un'avventura, mentre chi resta soffre il distacco... 
I ricordi ti attanagliano... devi tornare a casa da sola, piena di pensieri.
Ma nell'era del precariato tantissime ragazze come me salutano i loro amori alla stazione Termini a Roma.
Con il cuore triste scendono a prendere la metro per rincasare, passando in mezzo a tutti quei negozi... Mmmm...

Donna triste+negozio = acquisto compulsivo...

Dramma dramma drammissimo dramma!!!
Non va bene ragazze non va bene!

Io me la sono cavata con un mascara in offerta a 3,90€... Praticamente irrinunciabile... 
Ma non va bene!
Voglio saper di chi è stata l'idea di mettere i negozi alla stazione Termini!! 

Brutto approfittatore speculatore!! Eh chi è????

martedì 22 settembre 2015

L'accoglienza fa bene


Per paura perdiamo molte occasioni preziose, questa storia ci insegna come evitarlo.
Un punto di vista diverso che sconvolge, con la sua semplicità, i luoghi comuni, per un domani senza paura! 
Aiutiamo a diffondere questa idea, basta condividere il video!
Se siete interessati potete seguire la pagina  facebook.com/accoglienzafabene e scoprire la campagna  "L'accoglienza fa bene" su www.laccoglienzafabene.org e twitter.com/accoglienzapiam

Fidatevi: l'accoglienza fa bene 


domenica 20 settembre 2015

Esperienze da Pedone... ecco perché non guido



Esperienze da pedoni: via Dante, Taranto, ore 15,30. Strada quasi vuota. 
Un auto ferma al semaforo. Una Fiesta rossa sta arrivando portando con se urla e strepiti.
 "T'ho detto che non c'è bisogno di tutta questa distanza di sicurezza lo vuoi capire deficiente!!!!" urla una donna. 
Allora la Fiesta si avvicina pianissimo alla macchina ferma.
 "O mio Dio fermati ora lo tamponiamo!!! vuoi capire la distanza di sicurezza???" continua a urlare la donna come se stesse in punto di morte. 
"Ziiiiiii così mi fai agitare!" grida il ragazzo al volante.
Io nonostante il semaforo favorevole evito di attraversare... non si sa mai, aspetto che vadano via.
Intanto il semaforo diventa verde. "QUANDO PENSI DI PARTIREEE!" urla la donna.
Il ragazzo in preda al panico fa spegnere la macchina e la zia grida "con che marcia parti cretino! sbrigati che ora ci tamponano!"
"Ziiiiii non mi devi fare agitare" urla il ragazzo in una via Dante vuota alla controra. 

"Scendi!" fa lei "ora ti faccio vedere come si fa"... così mesto lui scende e lascia la guida alla zia.
Povero diciottenne ovunque tu sia hai la mia vicinanza e comprensione!

 Capito perché non guido anche se ho la patente? 
Ora non me lo chiedete più!


Sabato 19 settembre 2015





È stata una giornata strana sabato 19 settembre.
Non so perché mi sono svegliata alle 7,40 e alle 10,28 avevo già fatto tantissime cose.
Più tardi ho suonato l'ukulele, non lo facevo da tanti mesi. Forse un anno.
Ho cucinato.
Sono riuscita a prendere l'autobus numero 3 al volo.
Ho pranzato con Elena e Caterina, come non facevo da anni.
Ho tagliato i capelli e mi sono fatta fare la frangia. Mi hanno stirato i capelli, solo che io non lo facevo da 6 mesi, non so più vedermi con i capelli lisci.
Sono rimasta intrappolata nell'ascensore per 15 minuti con la mia vicina di casa, fra il primo piano e il piano terra.
Ho scoperto che l'allarme del mio ascensore suona a intervalli non regolari e spesso suona a vuoto.
Sono riuscita a uscire dall'ascensore.
La sera tutti hanno voluto esprimersi sul mio taglio di capelli, c'è chi ha detto che sto bene e chi invece ha voluto dirmi che la mia frangia non gli piaceva. Io non avevo chiesto il parere a nessuno.
Ho avuto la notizia di due morti improvvise senza un perché se non il destino.
La prima è una donna che, ogni giorno scendendo dal treno, invece di imboccare il sottopassaggio come fanno tutti, aveva l'uso di attraversare i binari. Lo faceva da anni. Qualche giorno fa ha attraversato i binari, come suo solito, ma si deve essere trattenuta un po' prima di farlo, perché è passato un treno. Lei è caduta, si è rialzata ed è morta.
Il protagonista della seconda storia è un uomo. Stava potando un albero, è caduto, si è rialzato, è morto.
Rincasando ho fatto 6 rampe di scale a piedi, con i tacchi, perché l'ascensore era ancora rotto fra il primo piano e il piano terra.
Quando è calata la notte ho riflettuto.
Ho avuto paura della morte.

Non sono riuscita ad addormentarmi.

mercoledì 16 settembre 2015

Assisi e il vecchio alla fermata

Disegno di Caterina Sangregorio

Una coppia italiana va in vacanza a Gerusalemme. Purtroppo la moglie tutto d'un tratto si ammala, si aggrava e muore. Il marito è stravolto ed è confuso. All'obitorio gli chiedono se volesse seppellire sua moglie a Gerusalemme o se preferisse riportare la salma a casa. Ma l'uomo è confuso e gli viene consigliato di dormici su e tornare la mattina dopo. L'indomani il marito torna all'obitorio di Gerusalemme e gli viene riposto il quesito. Così convinto l'uomo risponde: «No guardate preferisco riportare mia moglie in Italia, perché stanotte ho letto su un libro di uno che qui è morto e dopo 3 giorni è resuscitato. Capite non si sa mai!».
La barzelletta me l'ha raccontata un anziano omino, il classico vecchietto con la pelle rugosa e una bella pancia d'esperienza, corredato di panama bianco e bastone di legno per camminare, che passa le sue giornate seduto alla fermata all'ombra di Santa Maria degli Angeli ad Assisi.
Lui sta lì seduto tutto il giorno a dare indicazioni ai turisti, anche perché gli orari affissi alla fermata non sono comprensibili. Si diletta a far ridere gli scout con barzellette sconvenienti, e a prender in giro gli stranieri, tutti i giorni lì perché quello, a suo parere, è il punto più fresco e ventilato di Assisi. E ha ragione perché la basilica gli fa ombra tutto il giorno e il gradino su cui si siede è sempre gelido.
Non potevo non raccontarvi di quest'ometto, come non potevo non raccontarvi dei paesaggi e orizzonti infiniti dell'Umbria.
Siamo partiti da Nocera Umbra e siamo arrivati ad Assisi attraverso i sentieri di montagna e l'ospitalità della gente che ci ha accompagnato per tutta la strada.
Ho preso pochi mezzi di trasporto e i mie piedi hanno camminato tanto, 65 chilometri. Ma se vi capitasse di camminare sulla mia stessa strada e vi venisse voglia di anguria, potreste mettervi a stonare una canzone sotto il balcone di una signora che abita sul parchetto di Nocera Umbra. È troppo educata e così per tapparvi la bocca vi darà da mangiare. Bevete dalle fontane di Nocera, l'acqua è fredda e buonissima, limpida e pure. Resta fredda per ore e ore.
A Gualdo Tadino salutatemi Riccardo, operatore del CAI, e la sua vecchissima mamma che nonostante l'età e nonostante cammini piegata a 75 gradi, raccoglie ancora i pomodori e gli asparagi del suo orto.

Gualdo Tadino


Abbracciate la signora che vive in eremitaggio a Colle Mincio. Dove non c'è nulla, sul cucuzzolo delle montagne, lei sarà pronta a darvi tutto quello che ha e anche di più.
Emozionatevi al tramonto che si vede da Morano Osteria, avrete gli occhi ubriachi di bellezza e il naso estasiato dal profumo della lavanda,

Morano Osteria


Una volta arrivati ad Assisi andate nella casa di riposo e date una mano ad Alessandra e ai suoi arzilli vecchietti canterini. Ascoltatela e passate un po' di tempo con lei ne vale la pena.
Salite su all'eremo delle carceri e perdetevi nel bosco, vi sembrerà di vivere fra i fraticelli di Francesco.

Assisi



Per il resto fate il solito giro, ma mi raccomando, fermatevi a parlare con tutti i frati che abbiano voglia di farlo vi racconteranno San Francesco, vi racconteranno di loro stessi e vi racconteranno di voi, ma soprattutto vi sveleranno un segreto con cui io oggi vi saluto... 
“Anche Gesù faceva la pipì!” ma non lo dite a nessuno.....

martedì 8 settembre 2015

Strade di coraggio


30 mila ragazzi fanno 60 mila piedi, vuol dire 60 mila scarponi che hanno camminato per potarli fino a San Rossore. 1518 clan in viaggio, 183,235 chilometri percorsi, 8 treni speciali e 490 autobus partiti da tutta Italia, 3139 scout dalle isole, 456 route, ossia strade che hanno percorso e unito la penisola con un'unica destinazione: la Route Nazionale. Ne è rimasto un documento, la Carta del Coraggio, i cui tutti gli scout d'Italia, nella fascia d'età tra i 16 e 21, chiedono e si impegnano per il cambiamento. Una carta consegnata a chiesa e governo.
É passato un anno, 365 giorni, e ora un documentario racconta 6 di queste strade.
L'anteprima 10 settembre a Taranto, Carmiano, Verona, Montescaglioso, Porto Torres
  

lunedì 7 settembre 2015

Aria



Taranto è un luogo fatto di interrogativi, contraddizioni ed emozioni. Noi abbiamo voluto raccontarla così...
Posted by 88 migliaorarie on Sabato 29 agosto 2015

martedì 1 settembre 2015

Esperienze, biciclette e fiori di cactus



È stata strana come estate. È iniziata con un fallimento, tante storie iniziano con un fallimento.
Poi c'è stato un concerto, un viaggio e il resto è venuto da sé.
Di concerti ce ne sono stati altri due e di viaggi e viaggetti alcuni. Ma soprattutto è stata un'estate avventurosa.
É stata un'estate iniziata senza prospettive, ma adesso, anche se il futuro resta incerto fa sorridere.
È stata l'ultima estate spensierata prima del grande evento, ma di questo vi racconterò poi.
È stata l'estate delle esperienze da autobus, qualcuna ne è capitata, ma non avevo voglia di raccontala, non certo a causa vostra viaggiatori. Non mi andava di restare intrappolata nelle tempistiche da socialnetwork. L'unica sensazione che mi andava di vivere era quella del sole sulla pelle e dell'acqua che ti rinfresca.



Ma sono tornata se mi volete. Se avrete la voglia di leggere io racconterò.
Racconterò di amici, di sentieri di montagna e di una città fumosa, di concerti rock e di tramonti silenziosi, di viaggi e di immobilità. Ma soprattutto del viaggio di gente che impara forzatamente a crescere.
Perché noi siamo quelli che a trent'anni devono lasciare l'Isola che non c'è, i bambini sperduti e per riprenderci il nostro posto nel mondo.
Io non pendolo più. E in questa città che sa di salsedine mi muovo in bicicletta. Non sarebbe più onesto raccontare solo di viaggi brevi o lunghi. Mi piacerebbe condividere con voi il mio di viaggio, che potrebbe essere quello di chiunque.
Così vorrei togliere l'autobus dal titolo e parlarvi di “Esperienze..”



Esistono piante grasse, che a vedersi non sembrano bellissime, e che per tutto l’anno si preparano ad un evento straordinario, da queste piante bruttine nasce un fiore meraviglioso, il più spettacolare, il più incantevole fiore che abbia mai visto.
Il punto è che dura solo un misero giorno, ventiquattro ore e poi muore,e lei la pianta grassa, che per un giorno è stata bellissima, torna ad avere solo le sue spine, ma cosa più importante di tutte, torna a prepararsi nuovamente a quell’evento, sapendo che per un solo giorno all’anno tutti l’ammireranno e si stupiranno della sua particolarità.


Infondo a pensarci bene è così che si comincia a vivere